I Giorni - Ludovico Einaudi
Genere: neoclassica - Edito da Ricordi - 2001
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Credo che questo sia il disco più rappresentativo di questo autore.
E’ un disco per la sera, da soli o da condividere. Ricco di emozioni intense.
E’ un disco dolce e malinconico, una carezza sul viso da mani amorevoli e, un sorriso delicato, mentre il profumo delle lenzuola pulite ti avvolge e stai per abbandonarti nell’oceano dei sogni.
Così si apre “i Giorni” con Melodia Africana I. La stessa delicatezza ripresa dalle altre Melodie Africane. Poi ci traghetta fra le correnti de “I due Fiumi” che s’incontrano e scontrano e ci lasciano in sospeso per condurci a “In un’altra vita” brano intenso e poderoso. Mentre “Stella del Mattino” nelle sue note racchiude la meravigliosa sorpresa di un alba.
“I Giorni” che dà titolo al disco, è un encomio alla nostalgia. Le sue note sprigionano tramonti splendenti e placidi mari. Questa visione diviene poi più tragica ed agitata con “Samba”, in cui la lontananza emerge da note sofferte e pungenti.
“La Nascita Delle Cose Segrete” sale piano e ci accompagna per mano verso “Quel Che Resta”, in cui l’intensità ancora sale in un crescendo dolce ma apprensivo. Allo stesso modo è “Inzio”, costruita su pause e silenzi che ne accrescono la solennità.
“Limbo” si apre come un pianto sommesso, che fatica, che non vuole uscire, che poi esplode. Ritroviamo poi accordi calmi e danzanti in “Bella Notte”.
Il disco poi riprende la dolcezza ed i profumi che ci hanno accompagnato dentro queste profonde emozioni: “Canzone Africana IV”, rotea in temi affascinanti, lasciando che il nostro pensiero danzi con le sue note, per poi sussurrarci di chiudere gli occhi e dormire sereni.